Nel 2006 don Anacleto ha l’idea di deviare un corso d’acqua e, tramite canali, di riempire delle vasche scavate con mezzi non meccanici, per iniziare il progetto “itticoltura”. Nelle vasche vengono allevati pesci, destinati in parte al consumo proprio (maison Doria) ed in parte alla vendita per autofinanziamento. Perché la produzione sia costante, occorre aumentare il numero delle vasche, in modo che quando se ne svuota una, nelle altre i pesci continuino il loro ciclo vitale e il prodotto sia disponibile continuativamente. Dopo un primo sito con numerose vasche, se ne realizza un altro, in via di espansione. Nel terreno circostante le vasche è iniziata la coltivazione di caffè e di arachidi.